2009/10/15

Ulimo post

Ed eccoci alla chiusura. Questo blog nato per puntualizzare alcune falsità accademiche oltre ad un evidente tentativo di cancellazione orwelliana dello scrivente è giunto al suo termine.

Lo stato evidente cui è ridotto il nostro Paese è praticamente irrimediabile. E questo è dovuto anche alla grassa ignoranza che è stata diffusa a piene mani da chi negli ultimi decenni si è assunto il dovere di formare.

I nostri eroi, però, incuranti del ridicolo, continuano imperterriti a coltivare ritardi decennali, si veda qui, spacciando mosche per elefanti.

Non vale la pena prendersela. Occorre costruire anche in condizioni difficili. Revisionare i punti della nostra storia in cui alcune peculiarità Italiane hanno messo le loro radici. Il blog prosegue in una veste più allargata con Eco Mores.

2009/07/26

Quando una buona idea risulta una insulsaggine. Le avventure di Mariastella.

Introdurre criteri di valutazione dell'operato di un ente pubblico non può che essere applaudito. Suppongo che alla fine, visti i risultati, questa sia stata la vera finalità ultima del nostro governo in materia formativa.

Premetto intanto che è del tutto incredibile che un sistema di valutazioni questi enti, Università, non se lo fossero già dato da sè. Eppure molti docenti hanno amici che lavorano in università straniere. Quasi tutti sanno che ogni consiglio di amministrazione di Università USA valuta per quantità di attività svolte per ogni singolo docente, per i gruppi di progetto che manda avanti, per le pubblicazioni e per la partecipazione alla diffusione dell'immagine istituzionale oltre alla integrazione con la rete produttiva con un network di imprese interconnesse.

La cosa risulta meno incredibile se si considera l'orientamento prettamente autoconservativo che le Università Pubbliche hanno. Ho già scritto dell'amore per la bella macchina disturbata solo dalla presenza di studenti con una qualche esigenza di apprendimento che sta nel cuore di ciascuna di queste enclavi.

E infatti anche il sistema di valutazione non si allontana da questo schema. Vengono valutate le capacità di gestione etc. etc. Nessuna valutazione del ROI per esempio. Ovvero quale ritorno abbiamo da questi soldi (nostri) che come stato investiamo in formazione ? Che poi alla fine è l'unica cosa che interessa. Purtroppo qui occorre entrare nel merito. E questo nella nostra cultura Universitaria è tabu.

Stupisce l'assoluta noncuranza della Lega (sarà per il basso livello scolastico dei suoi dirigenti ?) che vede colpite al nord università con una forte componente territoriale come Brescia.

Ad una spesa formativa va associata la verifica del ritorno. E' l'unico parametro serio che possa preservare la varietà. Ricordo che una delle caratteristiche di uno dei periodi più floridi dell'Italia geostorica, il Rinascimento, vedeva università in tutta il territorio, sopratutto al centro nord. Anche la ricchezza dell'Italia era ed è nella varietà. I parametri usati dal Ministero sono sbagliati e portano al tragico risultato di ridurre l'unica fonte di ricchezza.

Ovviamente applicando criteri seri di valutazione con buona probabilità i profili risulterebbero peggiori. Va comunque detto, che ad esclusione della Università di Trento il livello risulti in genere basso.

2009/07/21

Utenti che cambiano. Frodi al ristorante. Calo della credibilità

A differenze delle regole di Dio che possono essere contravvenute (almeno nel nostro modello fideistico Cattolico) le regole del gioco tra gli uomini no. In parole povere se freghi il portafoglio ad uno è molto difficile che quello te la perdoni in un modo o nell'altro. Quanto meno la volta successiva porterà la mano, incontrandoti, sul luogo dovuto.

Con un ardito salto andiamo all'Internet del consumo. In parole povere l'adozione dello strumento a finalità di commercio oltre a mutarne alcune caratteristiche ne ha sostanzialmente sancito l'ordine gerarchico.
Anche qui detta in termini molto semplici si può tentare di parafrasare il comportamento degli utenti (che sono quelli che pagano e fanno l'internet lo ricordo) in questo modo: "cari i miei venditori, ci siamo rotti le palle di comperare come e quando volete voi. Vogliamo comperare quando ci pare o ci serve e vogliamo poter dire cosa ne pensiamo tra di noi".  Su questo patto la cui sottoscrizione, tacitamente o meno, viene richiesta dall'utente per concedersi sono  nate e-bay e paypal. Nella distribuzione del prodotto libro l'equivalente "voglio comperarmi il libro per cui mi viene il ghiribizzo e non quello presente sul bancone del librario" ha avuto successo Amazon e con essa il concetto di "long tail".

L'inutilità del sito brochure risultò del tutto chiara già alla fine degli anni novanta. La brochure (e il relativo sito) era la forma di presentazione, generalmente condita di hyperboli da Carosello, di uno o più prodotti o di una azienda  o istituzione. L'hyperbole era una forma esagerata in parte accettata come convenzione mediatica  (a tutt'oggi la maggior parte degli Italiani che hanno votato la accetta). Anche qui il traslato dell'utenza Internet potrebbe essere reso più o meno così: "voglio decidere io la variante di prodotto che mi offri perchè cacchio ti ostini a dirmi che devo solo comperare e credere".

L'errore del ristoratore di Roma è stato proprio questo. Non ha capito che è mutata l'idea di esperienza positiva. Questo per non nasconderci dietro al solito dito. In fondo la convenzione vuole che comunque il ristoratore ti faccia pagare prezzi superiori a quelli di mercato qualsiasi cosa. Non solo ma il nostro ristoratore opera nella città in cui la repubblica della P3 impera (Papa,Papi e Pappa). E che volete che siano in cotal caso 613 Euro ? Ed ecco qui il problema. Probabilmente se il nostro ristoratore avesse messo nella guida (riservata a Giapponesi) anche la spiega "frequentato dalla P3 Romana" con relativa entry in wikipedia per spiegare chedde sta P3 non sarebbe successo nulla. Anzi magari, la nostra coppia, felicemente, avrebbe trovato incentivante un pranzo in luogo frequentato da siffatte figure. Questo per ricordare che questo non è un discorso moralistico (alla altro consumo) sulla maggior coscenziosità dell'utente finale (he he sempre a proposito) ma che semplicemente ci si trova con i nuovi modelli di comunicazione a dover utilizzare altre forme di convenzione altrimenti ne nasce un conflitto e una caduta di credibilità.

E al solito torniamo al problema della credibilità. Secondo le moderne neuro scienze noi umani abbiamo sviluppato una parte di cervello dedicata alla inteprezione delle intenzioni dei nostri simili. L'area (più aree) sono identificate con l'acronimo TOM: Theory of Mind. In sostanza evolutivamente abbiamo mutuato una specializzazione nell'interpretazione dei pensieri dei nostri simili. Questi adattamenti evolutivi si sono presumibilmente sviluppati lungo il pleistocene. Se ne possono avere tracce continuamente in ogni nostro tentativo di anticipare il prossimo. La parte di cervello dedicata la tutto (stando le rilevazioni) è importante. Una interessante conseguenza legata alla credibilità viene ben delineata in questo breve articolo che si applica sulla crisi economica e il suo significato implicito.

Sembra che nella nostra cultura peninsulare abbiamo sollevato, almeno nel settore del turismo, un calo sensibili di credibilità. Purtroppo la mancanza di una pratica a comunicare con forme correnti ci svantaggia di molto rispetto a coloro che tale credibilità non si sono giocata. Ma c'è sempre l'opzione del salto del coniglio (di Schumpeteriana memoria) e comprendere i risvolti della tecnologia, magari non considerandola un semplice amenicolo, senza conseguenze quindi, per la compravendita del pesce a Pescasseroli. L'errore è nel dover sempre fare un giro di parole invece di andare al sodo delle cose come stanno. Da li in poi sarà più facile capire se la convenzione "sono un oste e quindi tiro a fregare" o "sono un politico e quindi rubo le caramelle ai bambini quando mi chino a baciarli" sia o meno bene accetta e regolarsi di conseguenza. Non sto di cendo di nuovo di non raccontare palle ma che andare dritti al punto ad esempio produce feedback meglio gestibili e in genere aumenta la credibilità.

Certo che per un popolo che passa il proprio tempo a raccontarsi palle può essere dura senza contare che non è neppure una prassi scaricabile sull'immancabile precario di turno. e come dicevo in apertura non c'è neppure il transfer salvifico della confessione.


Blogged with the Flock Browser

2009/07/17

Ancora sulla storia dell'internet

Uno dei grandi tormentoni della usenet del tempo erano gli "adventure games" testuali in buona compagnia dei text scramblers tipo l'elisa dell'Emacs. Interessante come i primi si siano poi evoluti in quei mostri di realismo e nevrosi di oggi. I secondi sono invece rimasti appannaggio dei soli portavoce di governo. Comunque certamente pochi di voi hanno vissuto in diretta l'esperienza del giocarci che era al confine del mistico. Oggi slashdot segnala opportunamente il caso.

Non posso che continuare a perorare l'idea di una storia critica e sociale della tecnologia informatica degli ultimi 60 anni. Per molti versi il rischio è quello della perdita di una fetta di memoria importante e poco conosciuta. Questo è invece un vantaggio per il giovine storico che voglia cimentarvisi. Tra un decennio avrà pochissimi concorrenti e, sono certo, una domanda rilevante. Per inciso il trend mondiale delle pubblicazioni di storia informatica è in evidente crescita. Non aspettatevi di fare il libro però. Occorre iniziare con un blog, connettersi ai canali apportuni di commento, fornire materiale in forma pdf e alla fine renderlo disponibile su un print on demand service (tanto dagli Stati Uniti la posta arriva prima che da ogni altro luogo dell'Italia). Insomma vi state rivolgendo ai più antichi abitatori di questo mondo.

2009/06/26

Costruire iniziative di comunicazione

Prima di partire per la prima tranche di vacanze estive vi lascio con un pò di considerazioni. Uno degli effetti del digital divide nei paesi occidentali è la costituzione di due contesti sociali separati. La cosa e' stata evidente nel caso della vittoria di Obama negli USA, dove e' stata la sollevazione corale dei content makers a fare la differenza. Hanno fatto cosi tanto la differenza che i sistemi tradizionali (tradizionalmente modernisti) di comunicazione se ne sono accorti all'ultimo. Parimenti nel nostro disastrato paese nel corso delle ultime elezioni a destra e a manca non sono mancati i casi interessanti. Lasciamo perdere il caso "Borat" friulano, speriamo che il PD sappia fare id meglio che presentare casi limite dal mondo di "OZ". Piu' interessanti sono le liste senza senso come quelle "grillo" che qui e la hanno fato il pieno (scommetto che quelli che votano queste liste sono anche convinti che il gabibbo sia di di sinistra). A dirla in tutta onesta' le elezioni Italiane sono sempre colorite e fonte di intrattenimento, capisco che i nostri freddi parenti Anglo Sassoni non ci capiscano in genere una mazza, a loro manca del tutto il senso dell'ironia cinica (siamo pur sempre di un millennio in vantaggio, quando loro bollivano radici noi si faceva pranzi luculliani).

Chi tra di noi sta sull'Internet da praticamente sempre (e magari anche prima) ha una grossa responsabilità verso i nuovi arrivati. Chi tra noi ha avuto delle opportunità di comunicazione lo deve ad altri che si sono premurati di educarlo online. Infatti nei tempi primevi abbondavano i siti di netiquette. Volenti o nolenti per restarci occorrreva aderire. In Italia la maggior parte del pubblico è arrivato circa 10 anni dopo l'inzio (un tempo Internet enorme) e quindi esposto al mondo in cui siamo cresciuti da zero senza aver fatto i passi intermedi e neppure aver avuto la possibilità di studiarli. Faccio questi post con questo spirito di servizio per rendere il valore che mi è stato passato da altri con le medesime finalità, equidistante se possibile dal razzolio di bassa scuola dagli opposti fronti, convinto che una società capace di comunicare (non trasmettere si badi bene) sia comunque migliore. Questo impegno l'ho tenuto al MICSU per anni e successivamente nel mio giardino (studio).

Detto questo veniamo al dopo elezioni. Al solito finita la festa gabbato lo santo. I nostri vecchi conducator possono tornare allegramente a tuffare le rispettive teste sotto la sabbia della storia e ripredere le pratiche di sempre. Dai vari giornaletti si continua con il glamour di sempre. Fortuna che sull'internet sembra andare meglio. Il risveglio di attività avutosi prima delle elezioni sembra abbia una ondata lunga. Certo un po' sta scemando ma questo temo sia legato a una sorta di mestitia post coito tipico dei match calcistici. Per certo ora molti di più stanno pensando all'uso dell'instrumento (la rete) per le prossime elezioni di qualsivoglia sorte. Bene vi fo un prognostico. Se ci pensate solo non andrete di nuovo da nessuna parte. Comunicare in rete richiede tempi piuttosto lunghi. Intanto pensate ai tempi richiesti per essere indicizzati da un motore di ricerca che vi passa in rassegna grossomodo ogni 7/15 giorni. Fate due conti su quanto tempo di vuole per impostare un cambiamento di rotta. Minimo 2 mesi per averne uno verificabile. Anche solo capire a che fare caso richiede un fracasso di tempo. In sostanza se volete essere pronti tra diciamo due anni dovete mettervi da subito. Ma pronti a che ? Bhe a dire la Vostra ad un publico un po' più numeroso del vostro simpatico vicino. Ricordate le 500 miglia ? no ? male.

Postato questo me ne posso andare in vacanza felice. A tra 15 giorni.

2009/06/22

Iran, Italia e Paperopoli. Libertà di omissione.

Nel mondo ideale di Paperopoli l'ecosistema sociale viene opportunamente semplificato per essere ragionevolmente significante in uno spazio di 10/20 pagine a fumetto. Il sistema colà assomiglia un poco al modello di Crespi d'adda dove anche l'anarchico trova il suo posto, opportunamente isolato, nel cimitero/rappresentazione. Insomma un mondo piccolo in cui l'interpretazione dell'evento ha il sopravvento sulla scelta dello stesso. Gli eventi sono cose rare nell'ordinarietà e quindi benvenuti.

Nel nostro mondo globalizzato, invece, gli eventi, la cui percezione viene acutizzata da alcune nozioni orginate tra le teorie del Caos passate nel senso comune, sono innumerevoli quanto sono innumerevoli gli interessi individuali. Penso che ci sia una quantita' di eventi tale da saturare gli interessi individuali senza che ci sia il bisogno di averne anche solo uno in comune con un altro individuo per una vita intera. A voler bene essere onesti questo è sempre stato possibile per il genere umano. Indubbiamente una tribu primitiva avrebbe potuto sciogliersi nella diversità di eventi diversi anche solo in un pezzo di prateria, chi il fiorellino, chi il bacherozzo etc. etc. Probabilmente solo omettendo un sacco di interessi individuali si è potuto costruire, evolutivamente, una qualche forma sociale.

E qui veniamo al vero punto. Quello delle omissioni nella informazione di massa. Bhe intanto diciamo subito che senza omissioni non è data informazione di massa. Vi immaginate una telegiornale che desse notizie di interesse esclusivo per ogni singolo individuo ? Un elenco di almeno una sessantina di milioni (meno una, la vostra) di cose irrilevanti.

Quello che è interessante è notare come questa ovvia considerazione mediatica possa portare, il redattore distratto, a pensare che il tutto sia solo un problema altrui.
Per una esemplificazione della questione si veda questo articolo. Qui il nostro si scaglia contro gli omissis dei telegiornali, stracciandosi le vesti per l'omissione. Già, siamo a corto di argomenti. Il problema è che l'argomentazione può essere allegramente ribaltata nel senso opposto perchè sempre e banalmente vera.

Purtroppo capisco anche che l'antica, e malsana, idea, che viene da una generazione di insegnanti attivi ai bei tempi delle piazze infuocate, che invece il problema sia di confrontare diverse versioni dell'evento non omesso per poter separare i fatti dalle opinioni. Questa pessima idea ebbe però pronta risposta presso il giornalismo nostrano che reagi eliminando del tutto i fatti. Del resto però anche gli utenti non sono rimasti a guardare. Ben conscia dell'importanza nel gestire l'omissione la nostra specie ha reagito a sua volta decidendo per il fai da te nelle omissioni. I cammini di navigazione sul web che altro sarebbero se non una serie di decisioni tra cosa seguire e cosa omettere ?

E l'Iran che c'entra in tutto ciò ? Poco e molto. Di nuovo voglio tenere su questa cosa l'occhio del cinico occidentale. Il caso dell'Iran mi interessa più nelle sue cause che nei suoi effetti. L'Iran ha una interessante composizione sociale. Da un lato ha una generazione al potere piuttosto Vecchia e dall'altra una società relativamente giovane. Mancano almeno un paio di generazioni in mezzo per via della sanguinosa guerra con l'Iraq finanziato e spinto, a suo tempo, dagli USA. Anche da noi succede circa lo stesso solo che un paio di generazioni (inclusa la mia) sono state semplicemente indirizzate all'inceneritore della spazzatura della storia (con il bene placito del Sig. Agnelli, ora defunto, che le definì generazioni di troppo).
Persino quando vado a votare trovo o gente di esperienze precedenti o successive la mia. E' ovvio, in casi come quello Iraniano, che le forme di comunicazione ("ovvio" assumendo i criteri attuali di diffusione dell'informazione come inevitabili se rapportati alla necessità), divergano in modo massiccio e che diventino il piano su cui si attiva il teatro di scontro.

2009/06/18

Le banche hanno ragione. Ma sono autistiche.

Francamente non amo il sistema Bancario Italiano. Ma ne dipendo come circa tutti i piccoli imprenditori. Il sistema bancario Italiano è un sistema feudale di rastrellamento del danaro. Un sistema moderno si occupa invece di redistribuzione.

Tuttavia nel caso della stretta creditizia delle aziende credo che abbiano ragione. Cercherò di limitarmi a delinerare il nocciolo della questione.

Le Banche non ritengono credibile la recuperabilità del credito erogato ad aziende.

L'unico appunto che mi sento di muovere è che se lo dicessero eviteremmo tutti un sacco di rogne e ci renderemmo conto prima del problema reale.

La verità è che le aziende Italiane non sono in condizioni di competere sul mercato globale. In questi anni abbiamo tentato di starci, con prodotti di largo consumo in competizione con altri ben più agguerriti di noi nei prezzi. Finche c'è stato grasso d'avanzo ci siamo stati. Ora la competizione diventa cattiva e pluf il nostro export cala del 25%. E' ovvio non sappiamo comunicare che in forme antidiluviane dai costi enormi. Ma quel che è peggio non sappiamo neppure ascoltare perchè manca, aziendalmente, una cultura della comunicazione e della trasparenza nei processi e nei rapporti col cliente. Il web non solo consente di comunicare con bassi costi su larga scala (e in questo i nostri competitor ci sopravvanzano di gran lunga) ma anche e sopratutto di sondare mercati, individuarne di nuovi o in formazione e sopratutto avere feedback veloce.

Questa nostra carenza è cronica. Valga come esempio l'articolo del 2002 di Business Week Online in cui il sito Ferrari veniva caldamente sbeffeggiato come assolutamente non focalizzato al compito che doveva essere quello di creare una comunity (e quelli di BW avevano ragione visto che l'idea di comunity di Ferrari era: "comperate tutti il cappellino rosso"). Il tutto notate bene non in un commentario da web nerds ma da analisti interessati al rating creditizio e azionario aziendale. Un analista serio valuta anche la credibilità di una impresa in termini di organizzazione e infrastruttura. La fabricheta col siur parun che va in giro per il mondo a cercar clienti è patetica e non certo credibile e ancor meno sostenibile. Francamente prestare soldi in casi del genere eleverà notevolemente i casi di mancata riscossione del credito e chi cacchio vuole il capannone sfitto in ipoteca come rientro ?

Insomma anche qui siamo al ridicolo. Oppure perchè mai una Banca dovrebbe finanziare una nuova azienda che al secondo anno si troverà strozzata del fisco che pretende le tasse del primo anno oltre all'anticipo del 98 per cento sull'anno appena aperto ? Il tasso di mortalità trova in questa causa un numero elevato di vittime. Come dare torto alle Banche anche in questo caso ? Se prestano i soldi a vanvera li buttano aprendo un ulteriore fronte di crisi come è successo negli USA coi prestiti facili.

2009/06/11

Guarda guarda !?!

"Dopo la restaurazione del 1815 l'Italia fu ricacciata nel fondo di ogni abbiezione. Francesco I a Lubiana aveva detto:
Voi sudditi obbedienti, non cittadini illuminati,
e fu questo il disegno cui dovettero forzatamente esemplarsi le scuole italiane, intente a moltiplicare i mediocri che sapessero acconciarsi a servire, e a rompere le intelligenze virili che da ogni umiliazione aborrivano. In tale intendimento, dice Emanuele Celesia, Pio VII ripristinava il Santo Ufficio e la Compagnia di Gesù, la quale tirava un'altra volta a sue mani l'indirizzo dèi giovani, e, ogni altra disciplina cacciandone, spegneva il brio degli ingegni nello studio precoce ed informe della lingua latina; un canonico, Cesare Gattoni, potè allora impunemente predicare in un suo libro sulla "Educazione cristiana" la necessità di tutta affidare la gioventù nostra al tirocinio dei Loiolesi, poiché — se i giovani, egli scriveva, non devono aver paura del diavolo, io non so con qual mezzo si potrà far argine alle loro impetuose passioni. — "

da "La vita e le opere di Raffaello Lambruschini (1907)" di Gesualdo Vannini

2009/06/10

L'affascinante storia dei primevi dell'internet

Ho piu' volte sottilineato l'ampio spazio e le opportunita' per fare della storia del mezzo di comunicazione (o meglio hypermedia trasportando esso piu' media) grazie a cui potete leggere queste interessanti note. Per la vostra felicita' ecco qui un altro signore (ovviamente attempato forse piu' di me) che presenta la storia di Clarinet e alcuni altri graziosi aneddoti sulle "Usenet news".
Due note di spiega per i giovanissimi che potrebbero non avere al piu' pallida idea di che si parli i protocolli usenet erano una catasta appoggiata sul protocollo uucp (unix to unix copy program). Il protocollo UUCP era caratterizzato da una topologia dei sistemi in configurazione hop by hop. Vale a dire ogni macchina di transito delle informazioni provvedeva a immagazzinare e poi rendere disponibili le informazioni pertinenti ai sottonodi (la funzionalita' era quella store & forward). La mail per esempio (eccetto per successive introduzioni dello schema arpa di indirizzamento quello con la @, at sign, per intenderci) si esprimeva specificando o l'indirizzo assoluto a partire dal supernodo originatore, con la successione dei nomi dei nodi (cammino) oppure in forma relativa con l'hop comune tra il sender e il receiver immediatamente superiore (sempre via successione di nomi di nodo). Le connessioni tra i sistemi potevano essere di diversi tipi (tutti vi ricorderete della solita pila ISO/OSI per cui in genere ho sempre sprecato una lezione :-). I tre transport piu' diffusi erano l'ip (Via Darpa), l'X25 per le grandi telecom Europee (Itapac in Italia) e infine il modem su linea telefonica. Nel periodo finale la massa di dati era piuttosto sensibile (pensate che il primo Linux passo' via cosi) e i modem andavano lenti (max 2400 Baud). Lo sviluppo di massa fu reso possibile dalla gloriosa casa produttrice Telebit che con i suoi Trailblazer forni' inizialmente i 9600Baud con il T1000 fino a 32000 Del T2500. In Italia la rete Usenet prima era gestita con esclusiva (e prezzo astronomico) dalla associazione i2u (Italy to Unix). La vocazione al monopolismo era piuttosto evidente e l'associazione si distinse piu' per voler limitare l'accesso che espanderlo. Fu invece Sublink Network, inizialmente creato da un gruppo di hacker molto simpatici, a farsene carico. Sublink con la rete sorella tedesca (subnet) vennero ferocemente combattute dalle associazioni del tipo di cui sopra ma nonostante questo consentirono a molte giovani (spiantate e precarie) risorse umane di accedere al luogo "pivotal" della nuova eta' informatica le "Usenet News".

Post: si segua il link gentilmente fornito da Davide nel commento per lo statuto di Sublink Network.

2009/06/09

Segnalo questa cosa di elevato interesse

A dire il vero e' di interesse solo per gli addetti ai lavori. Tuttavia questa breve intro all'ORE va considerata e vista.