Nel mondo ideale di Paperopoli l'ecosistema sociale viene opportunamente semplificato per essere ragionevolmente significante in uno spazio di 10/20 pagine a fumetto. Il sistema colà assomiglia un poco al modello di Crespi d'adda dove anche l'anarchico trova il suo posto, opportunamente isolato, nel cimitero/rappresentazione. Insomma un mondo piccolo in cui l'interpretazione dell'evento ha il sopravvento sulla scelta dello stesso. Gli eventi sono cose rare nell'ordinarietà e quindi benvenuti.
Nel nostro mondo globalizzato, invece, gli eventi, la cui percezione viene acutizzata da alcune nozioni orginate tra le teorie del Caos passate nel senso comune, sono innumerevoli quanto sono innumerevoli gli interessi individuali. Penso che ci sia una quantita' di eventi tale da saturare gli interessi individuali senza che ci sia il bisogno di averne anche solo uno in comune con un altro individuo per una vita intera. A voler bene essere onesti questo è sempre stato possibile per il genere umano. Indubbiamente una tribu primitiva avrebbe potuto sciogliersi nella diversità di eventi diversi anche solo in un pezzo di prateria, chi il fiorellino, chi il bacherozzo etc. etc. Probabilmente solo omettendo un sacco di interessi individuali si è potuto costruire, evolutivamente, una qualche forma sociale.
E qui veniamo al vero punto. Quello delle omissioni nella informazione di massa. Bhe intanto diciamo subito che senza omissioni non è data informazione di massa. Vi immaginate una telegiornale che desse notizie di interesse esclusivo per ogni singolo individuo ? Un elenco di almeno una sessantina di milioni (meno una, la vostra) di cose irrilevanti.
Quello che è interessante è notare come questa ovvia considerazione mediatica possa portare, il redattore distratto, a pensare che il tutto sia solo un problema altrui.
Per una esemplificazione della questione si
veda questo articolo. Qui il nostro si scaglia contro gli omissis dei telegiornali, stracciandosi le vesti per l'omissione. Già, siamo a corto di argomenti. Il problema è che l'argomentazione può essere allegramente ribaltata nel senso opposto perchè sempre e banalmente vera.
Purtroppo capisco anche che l'antica, e malsana, idea, che viene da una generazione di insegnanti attivi ai bei tempi delle piazze infuocate, che invece il problema sia di confrontare diverse versioni dell'evento non omesso per poter separare i fatti dalle opinioni. Questa pessima idea ebbe però pronta risposta presso il giornalismo nostrano che reagi eliminando del tutto i fatti. Del resto però anche gli utenti non sono rimasti a guardare. Ben conscia dell'importanza nel gestire l'omissione la nostra specie ha reagito a sua volta decidendo per il fai da te nelle omissioni. I cammini di navigazione sul web che altro sarebbero se non una serie di decisioni tra cosa seguire e cosa omettere ?
E l'Iran che c'entra in tutto ciò ? Poco e molto. Di nuovo voglio tenere su questa cosa l'occhio del cinico occidentale. Il caso dell'Iran mi interessa più nelle sue cause che nei suoi effetti. L'Iran ha una interessante composizione sociale. Da un lato ha una generazione al potere piuttosto Vecchia e dall'altra una società relativamente giovane. Mancano almeno un paio di generazioni in mezzo per via della sanguinosa guerra con l'Iraq finanziato e spinto, a suo tempo, dagli USA. Anche da noi succede circa lo stesso solo che un paio di generazioni (inclusa la mia) sono state semplicemente indirizzate all'inceneritore della spazzatura della storia (con il bene placito del Sig. Agnelli, ora defunto, che le definì generazioni di troppo).
Persino quando vado a votare trovo o gente di esperienze precedenti o successive la mia. E' ovvio, in casi come quello Iraniano, che le forme di comunicazione ("ovvio" assumendo i criteri attuali di diffusione dell'informazione come inevitabili se rapportati alla necessità), divergano in modo massiccio e che diventino il piano su cui si attiva il teatro di scontro.